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Costiera Amalfitana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Magicamente sospesa tra l'azzurro del cielo e il cangiante del mare, la costiera amalfitana sembra nata dalla tavolozza di un pittore che ha voluto utilizzare le tonalità di colore più calde per creare un paesaggio che incanta il visitatore al primo scatto, regalando un'esperienza elettrizzante e una visione così evocativa da dubitare che, per un attimo, sia reale.

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Le isole Li Galli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le tre isole rocciose e solitarie (Gallo Lungo, Castelluccio e Rotonda) situate a pochi chilometri dalla spiaggia di Positano, si specchiano nel mare limpido di fronte alla perla della Costiera Amalfitana. Secondo antiche leggende, erano abitate da sirene che seducevano i marinai con le loro voci melodiose: perdevano il controllo delle loro navi che inevitabilmente si schiantavano sugli scogli delle isole.

 

Positano

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A Positano camminerai attraverso una delle città più belle d'Italia. Positano è il miglior punto di partenza per scoprire e godere appieno delle meraviglie della Costiera Amalfitana. Positano è considerata la perla della bellissima Costiera Amalfitana. Incastonata tra le montagne e affacciata sul mare turchese, Positano è una meta turistica molto affascinante: vanta una vista sul mare da cartolina, è un luogo che sembra appositamente pensato per stupire e suscitare emozioni. Positano è lì, con le sue piccole case e scalinate dove perdersi è un'esperienza deliziosa, le stradine che conducono a dimore storiche, boutique alla moda e panorami mozzafiato.

 

Pompei

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​Pompei fu fondata intorno all'VIII secolo a.C. dagli Osci che si stabilirono, divisi in 5 villaggi, sulle pendici meridionali del Vesuvio non lontano dall'allora navigabile fiume Sarno. Il toponimo della città deriva molto probabilmente dal numero cinque, in lingua osca. I primi insediamenti risalgono all’età del Ferro, cioè al IX – VII secolo a.C. C., quando esisteva la cultura delle “tombe a fossa”. Pompei, a quel tempo, era un centro commerciale molto importante, per questo entrò nelle mire espansionistiche di Greci ed Etruschi prima, e dei Sanniti poi. Ai Sanniti va il merito di aver ampliato la cinta muraria, preservandone il grande sviluppo urbano. Successivamente, come avvenne in tutta la Campania, fu conquistata dai Romani, riuscendo ad entrarvi, nell'ultimo quarto del III secolo a.C. a pieno diritto nel circuito economico romano; ciò poteva accadere perché il Mediterraneo era sotto il totale controllo di Roma e le merci circolavano liberamente tanto che anche Pompei, grande produttrice di vino e olio, poteva esportare liberamente fino alla Provenza e alla Spagna. In quest'epoca si ebbe un forte impulso architettonico: furono ricostruiti il Foro rettangolare e il Foro triangolare e nacquero importanti edifici come il Tempio di Giove, la Basilica e la Casa del Fauno che ha le dimensioni di un palazzo ellenistico. Nello stesso periodo venne edificato anche il Tempio di Iside che è una chiara testimonianza dei commerci di Pompei con l'Oriente. Sotto il dominio di Roma Pompei divenne prima municipium e poi colonia "Veneria Cornelia Pompeianorum" perché governata dal dittatore Publio Cornelio Silla che la conquistò nell'89 aC. e le diede i nomi appena citati: Cornelia, dal nome di Cornelio Silla e Veneria perché Venere era particolarmente adorata dal dittatore. Durante questo periodo la città conobbe una profonda umiliazione perché molte terre furono confiscate per essere donate ai veterani. Inoltre la città venne "romanizzata" al punto che sia nel suo aspetto architettonico che in quello istituzionale erano molto simili a Roma. Pompei divenne la "residenza di villeggiatura" del patriziato romano e, in età imperiale, molte famiglie favorevoli alla politica di Augusto si trasferirono qui e fecero costruire edifici come il Tempio della Fortuna Augusta e il Palazzo di Eumachia. Sotto Nerone la Campania subì ingenti danni a causa di un terremoto avvenuto nel 62 o 63 d.C. Il Senato Romano ne ordinò subito la ricostruzione, ma tutto fu vano, perché il 24 agosto del 79 d.C. C., quando erano ancora in corso i lavori di ricostruzione della città, una disastrosa eruzione del Vesuvio cancellò completamente Pompei e con essa Ercolano, Stabia e Oplonti. Non c'era quasi scampo per nessuno e della fiorente Pompei rimase solo uno strato di lava spesso fino a tre metri che cementò gli abitanti e distrusse ogni sorta di vita. I calchi in gesso sono una testimonianza sconcertante di come morirono gli abitanti della città. L'eruzione del 79 d.C. è ricordata anche come eruzione pliniana perché il naturalista Plinio il Vecchio fu la vittima più illustre dell'eruzione.

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